mercoledì 16 novembre 2011

FERRARA: L'ACQUA BENE COMUNE FA PAURA AL CONSIGLIO, TRASCINATA FUORI DALL'AULA

A Ferrara, oggi alle 16 è accaduto che una persona fosse portata fuori con la forza dall'aula del Consiglio comunale in cui si doveva discutere un ordine del giorno relativo all'applicazione del secondo quesito dei referendum sull'acqua.
 La donna, attivista del comitato acqua pubblica di Ferrara, si è resa colpevole di aver rifiutato di togliere un poncho azzurro su cui campeggiava la scritta : "13 giugno Si io c'ero, acqua bene comune", indossata da circa una trentina di altri cittadini e membri del locale Comitato acqua.
 Alla richiesta del presidente del consiglio comunale, Francesco Colaiovoco, del Pd  di rimuovere i cartelli come da regolamento,  gli attivisti hanno obiettato che si trattava di indumenti e non di cartelli e che pertanto a norma del regolamento potevano essere esposti. La seduta è stata immediatamente sospesa e si è riunita la conferenza dei capigruppo che ha concordato di continuare a chiedere la rimozione delle scritte. A quel punto gli attivisti hanno accettato la proposta del presidente Colaiacovo di girare il poncho sulla parte senza scritta, eccetto la donna, che ha rifiutato l'invito ad andarsene e si è fatta portare fuori di peso.
Ciononostante la seduta non è ripresa e il sindaco ha indetto un incontro con  i rappresentanti del Comitato  che non ha comunque portato alla ripresa dei lavori del Consiglio. Situazione per la quale gli stessi sono stati accusati di interrruzione dei lavori di un'istituzione. Da registrare anche che un altro attivista è stato fatto sgombrare nonostante avesse  già provveduto a rimunovere la scritta.
Questi i fatti di come si è conclusa una manifestazione autorizzata che  prevedeva un intervento pubblico anche sulla piazza antistante il municipio,  davanti al quale l'attivista  espulsa ha quindi denunciato ai concittadini il comportamento dei consiglieri comunali e degli amministratori pubblici che hanno abusato nell'interpretazione del regolamento,  ricevendo unanime consenso e applausi. Di fatto  si è realizzata una forma di censura nei confronti della testimonianza che la scritta recava circa la volontà popolare di 27 milioni di italiani,  rimasta lettera morta da ben cinque  mesi.
Hanno fatto paura la presenza di quel Si' IO C'ERO e la scritta ACQUA BENE COMUNE ad una maggioranza consiliare PD, IDV,che peraltro ha votato Sì al referendum, poichè non è concepibile l'obiezione che altrimenti si sarebbe creato un precedente. Nessuna altra situazione è paragonabile alla richiesta di applicazione di una legge approvata per volontà popolare attraverso un referendum!
 

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