lunedì 15 ottobre 2012

Oggi la decisione sulla fusione. Comunicato stampa no fusione Hera-AcegasAps, per la ripubblicizzazione del servizio idrico

Il bilancio della discussione nei consigli comunali, verso l’assemblea dei soci.
Chiediamo a tutti i soci di HERA, in particolare quelli pubblici che parteciperanno all’assemblea dei soci Lunedì 15 ottobre a Bologna di riflettere sull’accaduto, rinviando le decisioni ad altra data, e dando risposte precise a tutte le richieste e le domande emerse dalla discussione dell’ultimo mese. Ora deve iniziare una vera discussione sul futuro della gestione dei servizi pubblici locali, e per noi è indispensabile incamminarsi sulla strada della ripubblicizzazione del servizio idrico e della gestione del ciclo dei rifiuti.
COMUNICATO STAMPA
Anche il consiglio comunale di Rimini, dopo quelli di Forlì, Cesenatico e di una decina di comuni del Forlivese, di alcuni comuni Bolognesi (Sasso Marconi, di Porretta Terme e Monghidoro), del Modenese (Sassuolo e Formigine) ha votato contro la fusione HERA ACEGAS. Nei comuni dove la delibera è passata, il PD ha votato nel totale isolamento e perde consiglieri.
E’ successo un fatto inedito e nonostante il formale via libera della maggioranza dei soci pubblici, si apre una nuova fase. I cittadini e le cittadine della nostra regione confermano la forza del risultato referendario, degli oltre 2 milioni che hanno votato SI’ nella nostra regione, ai referendum contro la privatizzazione dell’acqua e contro il suo assoggettamento alle logiche del mercato e della finanza.
Decisiva è stata la mobilitazione dei Comitati per l’acqua pubblica che hanno fornito chiavi di lettura a tutti per capire ciò che si stava producendo con la fusione ed hanno portato i cittadini ed i lavoratori nei consigli comunali con le bandiere dell’acqua. La democrazia espulsa dai processi governati dal management aziendale, è rientrata dalla porta principale facendo pesare le sue prerogative.
Chiediamo a tutti i soci di HERA, in particolare quelli pubblici che parteciperanno all’assemblea dei soci Lunedì 15 ottobre a Bologna di riflettere sull’accaduto, rinviando le decisioni ad altra data, e dando risposte precise a tutte le richieste e le domande emerse dalla discussione dell’ultimo mese.
Ora deve iniziare una vera discussione sul futuro della gestione dei servizi pubblici locali, e per noi è indispensabile incamminarsi sulla strada della ripubblicizzazione del servizio idrico e della gestione del ciclo dei rifiuti.
Va attivato un piano straordinario in tutta la regione per rilanciare gli investimenti nel ciclo idrico per ridurre le perdite idriche, per la tutela della risorsa idrica, per uno straordinario impegno alla riduzione dei rifiuti, ed all’aumento della raccolta differenziata degli stessi.
Per creare lavoro di qualità e tutela ambientale.
A questa finalità il Fondo strategico italiano e la Cassa Depositi e Prestiti devono concorrere, concedendo denaro a bassi tassi di interesse per gli investimenti, non per la governance di HERA ACEGAS, non per traghettare l’azienda verso le FUSIONI e le privatizzazioni. Recuperando quel ruolo di finanza pubblica che è stato cancellato negli ultimi anni.
Va eliminata la remunerazione del capitale dalle tariffe, vanno ridotti fortemente gli appannaggi dei Manager e dei Dirigenti superpagati.

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

12 Ottobre 2012

I Comitati per l’acqua bene comune della regione Emilia Romagna

venerdì 12 ottobre 2012

Comunicato dopo il voto contrario del consiglio comunale alla fusione Hera-Acegas... H-era già troppo tardi!

Valutiamo come un grande risultato politico del Comitato Acqua bene la votazione avvenuta ieri in Consiglio Comunale, che ha visto espressa una netta contrarietà da parte dei consiglieri e del sindaco a questa Fusione.
Siamo consapevoli, e ieri lo abbiamo rivendicato, che se non avessimo organizzato il presidio e non avessimo fatto pressioni nelle settimane precedenti nei confronti dei consiglieri comunali e della giunta, non ci sarebbe stata nessuna Commissione e nessun Consiglio Comunale.
Il problema della democrazia e della richiesta di nuove forme di partecipazione resta però inalterato, perché ci siamo trovati ieri con il Consiglio Comunale blindato dalle forze dell’ordine (come già accaduto a Padova e Bologna). Forze dell'ordine che impedivano l'accesso agli attivisti del Comitato e ai cittadini intervenuti. Con tanta insistenza e una forte pressione siamo riusciti ad assistere alla discussione dopo aver subito diversi strattonamenti e spintonamenti.
Come abbiamo ripetuto più volte in questi giorni, l'operazione della fusione, si è svolta con metodo tutto verticista e chiuso nelle stanze dei poteri economici e finanziari. Le migliaia di cittadini che pagano con le loro bollette, sempre più care, i servizi erogati (acqua e rifiuti in primis), non hanno avuto voce in capitolo e le informazioni parziali sull'operazione sono filtrate solo attraverso articoli di giornale.
Ci sembra evidente che l'agenda politica sia stata detta da HERA spa, la quale ha preferito far pesare i propri tempi ed interessi aziendali a quelli della democrazia, riproducendo quel paradigma che caratterizza le politiche di austerità: forti coi deboli, deboli coi forti. Possiamo pertanto affermare che anche in questa occasione sono gli interessi privatistici e di mercato a dettare la linea politica, esattamente come i Consigli di amministrazione decidono al posto dei Consigli comunali, chiamati solamente a ratificare le scelte avvenute altrove. L'esito della votazione del consiglio comunale di ieri ci mostra però un'inversione di tendenza che dobbiamo mettere da subito a verifica... come dire dalle parole ai fatti concreti.
Rimane, infatti a nostro avviso, del tutto invariata la poca incisività e la subordinazione dell’Amministrazione comunale nei confronti della Multiutility Hera Spa. Dal 14 di giugno ad oggi, infatti, non abbiamo avuto aperture concrete ne da parte dell’Amministrazione, ne dell’ex ATO svanita con tutti i suoi documenti. Nessuna parola chiara sul percorso di ripubblicizzazione del SII e sull’eliminazione della remunerazione del capitale in bolletta, richieste sancite con la vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011 anche nel nostro Comune.
Gli amministratori locali, ad ogni incontro, ci hanno spiegato che il problema era ed è del Legislatore che doveva e deve chiarire come dar seguito al risultato referendario e che le responsabilità di questo vuoto legislativo non erano e non sono accreditabili a loro. Queste sono le parole ribadite dal Sindaco anche ieri sera nell'intervento di chiusura del consiglio comunale.
Poco coraggio a praticare le nostre proposte, poco interesse al cambiamento. Fino ad ora non ci siamo sentiti all’interno di un processo democratico e partecipato, tanto paventato da tutto il consiglio comunale ma dopo la votazione di ieri, lungi dalle polemiche vuote e stantie, vogliamo subito passare alle proposte concrete.
Il risultato della votazione contro la fusione HERA-ACEGAS e la richiesta esplicitata ieri dal consigliere Pazzaglia al Sindaco, ovvero quella di prendere in considerazione il percorso di ripubblicizzazione attraverso la trasformazione di Romagna Acque società delle fonti Spa in un azienda speciale di diritto pubblico, aprono delle importanti possibilità.
Chiediamo pertanto al Sindaco – viste le aperture di Gnassi fatte ieri sera in consiglio e che abbiamo apprezzato – se sarà possibile attivare nelle prossime settimane questo percorso esplorativo supportato con un tavolo di tecnici comunale, dato che insieme al Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune della Romagna stiamo sviluppando ed elaborando questa fattiva proposta.
Invitiamo pertanto tutti quelli che in questi giorni hanno camminato con noi, dai consiglieri ai cittadini, di non vanificare questi sforzi e di supportarci in questo lungo ma vincente percorso.
Si scrive acqua, si legge democrazia!


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Comitato Acqua e Beni Comuni Rimini
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giovedì 4 ottobre 2012

Hera Acegas-Aps, si decida pubblicamente

Rimini - Giovedì 11 Ottobre tutti in Consiglio Comunale, per decidere del nostro futuro, dell'acqua bene comune e dell'acqua fuori dal mercato! 

Intanto oggi c'è stato il primo importante segnale, con il rinvio della quinta commissone in cui si discutava la delibera sulla fusione.
In quella sede il consigliere Pazzaglia ha ricordato come i Comuni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale (199/2012) - a seguito dei referendum del 12 e 13 giugno 2011 - sono di nuovo liberi di scegliere la formula organizzativa che più ritengono opportuna.
Ma la fusione tra Hera e Acegas affievolirebbe il controllo della proprietà pubblica sul management, allontanando la gestione del servizio dai suoi diretti fruitori (cittadini e territori) e portando ad un ulteriore aumento delle tariffe.

Per approfondire:

mercoledì 3 ottobre 2012

Giovedì 11 Ottobre si voterà in Consiglio Comunale a Rimini, la fusione Hera Acegas-Aps.


Come comitato organizzeremo un'iniziativa per seguire da dentro e fuori il consiglio comunale, la votazione e il dibattito.
Dopo il referendum che ha sancito come la difesa dei beni comuni primari come l'acqua, sono maggioritari nel nostro paese, dobbiamo riprendere visibilità per impedire l'avallo, per interessi e privilegi di grandi e piccoli poteri, rispetto ad una decisione che potrebbe essere imposta ad un intera comunità. 

Dobbiamo impedire un'inaccettabile operazione in linea con il mercato, le borse, le politiche di austerità di Monti e gli interessi clientelari che andrebbe nella direzione contraria al voto referendario dello scorso anno.

L'acqua e i beni comuni sono di tutti e tutte noi. No alle speculazioni e ulteriori privatizzazioni. 


Seguiranno aggiornamenti.

Comunicato dei Comitati per l’acqua bene comune Emilia Romagna contro la Fusione HERA/ACEGAS-APS

2.025.958 di cittadini dell’Emilia Romagna hanno votato al referendum contro la privatizzazione dell’acqua e per toglierla dal mercato, contro la remunerazione del capitale in bolletta.
Ora il Management di HERA decide di proseguire la politica delle fusioni e dei processi che porteranno alla privatizzazione dell’azienda, a partire dalla fusione di HERA con ACEGAS-APS SPA azienda che gestisce i servizi pubblici locali a Padova e Trieste e con propaggini in Bulgaria e in Serbia.
Senza che nessun cittadino dell’Emilia-Romagna lo abbia mai discusso si procede su una strada contraria alla volontà referendaria dei cittadini e che toglie dai territori la gestione dei servizi pubblici locali per consegnarla ad una Mega azienda di dimensione sovraregionale e addirittura Multinazionale.
I comuni dell’Emilia Romagna che già contavano poco nell’indirizzo dell’azienda, da domani conteranno meno e se le fusioni, come vuole il ministro Passera e il Presidente del consiglio Monti, facendo la Megamultiutility fondendosi con IREN continueranno, non conteranno PIU’ NULLA (già dopo questa fusione la quota dei comuni Emiliano Romagnoli scenderanno nel Patto di sindacato dei soci pubblici dal 51% al 42%).
Per questo entrerà nella partita anche il fondo FSI (Cassa Depositi e Prestiti) che diventerà azionista e nominerà 1 componente del CDA facendo sì, in questo modo, che il governo centrale più le banche controllino i servizi pubblici locali per portarli verso la privatizzazione indebolendo ulteriormente gli enti locali su una materia che dovrebbe essere di loro responsabilità. Più centralismo, meno decentramento, dopo lo strangolamento finanziario ci si muove verso la sottrazione del controllo e della gestione degli Enti locali sui servizi pubblici locali.
Solo per fare un esempio vorremmo sapere quale sarà il potere contrattuale di un comune quando discuterà con HERA il costo di un servizio aggiuntivo sui rifiuti. E come farà l’assessore a sapere quale è il vero costo di un servizio, visto che il comune non lo gestisce più da anni. Forse i dividendi che percepisce come azionista, se li rimangerà tutti HERA (e forse sta succedendo così anche oggi).
In compenso le bollette dell’acqua e dei rifiuti continueranno a schizzare verso l’alto (ad esempio, negli ultimi 6 anni, a fronte di un’inflazione al 15,5% sono cresciute a bologna del 38%).
Le perdite idriche, non sono calate neanche di 1 punto percentuale da quando HERA è stata trasformata in SPA quotata in borsa e certo non caleranno in futuro, con una azienda sempre meno attenta agli investimenti (in calo dal 2007) ed alla manutenzione.
Le uniche cose che aumentano e che aumenteranno dopo la fusione sono il colossale debito accumulato da HERA pari a 2.300.000.000 € che diventerà di circa 2.800.000.000 € .
E’ necessario chiedersi alla fine chi pagherà, secondo noi questo debito sarà il motore della privatizzazione totale.
Inoltre aumentano il numero di dirigenti e Manager strapagati che oggi costano ad HERA circa 19 milioni di € all’anno, cifra destinata a crescere dopo la fusione.
Aumenteranno le autobotti di acqua, che dalla pianura salgono in montagna, sia per la siccità, sia perché non si fa più manutenzione alle sorgenti ed ai piccoli acquedotti.
Cresce intanto la parte di utile dell’azienda che si intascano i privati che è ormai arrivato al 50% (azionisti privati + soci terzi), mentre in azienda rimane solo il 4% dell’utile.
Ci dicono che con i dividendi si garantiscono le entrate dei comuni per sostenerne i bilanci, ma è un sistema pazzesco quello che prevede che un cittadino bolognese, ad essere ottimisti, debba pagare almeno 3 € aggiuntivi nelle bollette per garantire 1 € di dividendo al comune e gli altri 2€ divisi fra soci privati HERA, banche e mercato finanziario erogatori di prestiti .
Dicono che fanno questa operazione per poter diventare grandi e competere sul mercato, ma nella sostanza non esiste mercato, né nella gestione dell’acqua né nella gestione dei Rifiuti solidi urbani, infatti la Corte Costituzionale ha abrogato la nuova privatizzazione dei servizi pubblici locali che Berlusconi ha tentato con la legge approvata nel settembre scorso e che Monti ha perseguito nei mesi scorsi.
E’ una operazione oscura della quale non solo i cittadini, ma anche i consiglieri comunali, le giunte e moltissimi sindaci non sanno nulla.
Gli impegni presi 6 mesi fa dai comuni per il patto di sindacato, diventano carta straccia, ed è per questo che ne dovranno approvare l’aggiornamento.
Questa fusione la pagheranno i cittadini con le loro bollette, l’ambiente e la qualità della risorsa, i lavoratori con la caduta verticale della qualità delle relazioni sindacali (già provate) che si centralizzeranno ulteriormente, l’ impulso alle iniziative di esternalizzazione e di appalto, la compressione dei diritti e della contrattazione e quindi dell’occupazione, del reddito e delle professionalità legate al territorio e alla finalità pubblica del servizio, con mobilità territoriali più facili.
Si profila quindi una gigantesca cessione al mercato dei servizi pubblici locali e dell’acqua, contro 27 milioni di Italiani.
I comitati dell’acqua si batteranno in tutti i territori, da Modena a Rimini, da Ferrara a Bologna, da Padova a Trieste, perche’ i consigli comunali non decidano tutto questo, perché i cittadini si oppongano alla fusione e perché insieme si riesca ad impedire una grande cessione di sovranità dalle istituzioni democratiche e dalle comunità locali, al mercato.

Comitati acqua bene comune Emilia Romagna