domenica 23 dicembre 2012

Reggio Emilia - La vittoria dell'acqua pubblica

Comunicato del comitato provinciale acqua pubblica di Reggio Emilia. Entro il 2014 la costituzione di una azienda speciale di diritto pubblico per la gestione dell'acqua.

L’assemblea dei sindaci riunitasi oggi in Provincia ha approvato l’atto di indirizzo per definire il percorso di ripubblicizzazione dell’acqua.
Il consiglio locale di ATERSIR (l’ex. ATO, l’assemblea provinciale che deliberava sulla gestione del servizio idrico) ha deciso di rinunciare alla gara europea per il rinnovo della concessione per la gestione del servizio idrico. “Una proposta che guarda alle nuove generazioni”, come titola il documento presentato dall’ass. Tutino, per creare un soggetto pubblico che possa gestire l’acqua della provincia di Reggio Emilia.
Il documento (leggi qui) è frutto del percorso avviato dall’assessore provinciale a seguito dell’esito referendario e delle pressanti richieste del Comitato Acqua Bene Comune. Un percorso sviluppatosi all’interno del Forum Provinciale per l’Acqua istituito dalla Provincia a cui hanno partecipato, oltre al Comitato, associazioni ambientaliste, di categoria e sindacali.
La votazione di oggi è un passo importantissimo dunque, fondamentale per l’avvio di un concreto processo di ripubblicizzazione dell’acqua nella nostra provincia.
Il Comitato Acqua Bene Comune è molto soddisfatto di questo risultato: ringraziamo gli amministratori presenti alla votazione e l’ass. Provinciale Mirko Tutino per l’impegno preso.
La discussione prima del voto è stata molto proficua: in particolare abbiamo colto con molto interesse le tante riflessioni sulla forma societaria che la nuova gestione “in house” dovrà assumere. Come Comitato proponiamo da tempo l’azienda speciale interamente pubblica: ente di diritto pubblico che da maggiori garanzie di controllo e partecipazione. E proprio verso questo modello di gestione sembra indirizzarsi l’assemblea dei sindaci: Tutino in primis appoggia l’idea di una azienda speciale per la concessione, dichiarandosi apertamente un sostenitore di questo soggetto giuridico, e dopo di lui altri sindaci partendo da Novellara.
Un approvazione di grandissima importanza, che apre effettivamente la strada alla ripubblicizzazione, inserendo anche elementi importanti nella discussione.
Riteniamo però necessarie alcune precisazioni, che abbiamo fatto anche in aula dopo avere presentato un nostro documento, proprio nel merito della delibera approvata.
La delibera prevede che “l’analisi propedeutica alla nascita del soggetto pubblico” sia svolta dal Comune di Reggio Emilia: un passo importante perchè la scelta sul futuro della nostra acqua non sia presa a livello regionale da ATERSIR ma sui territori. Ci auguriamo che la giunta Delrio sappia agire nell’interesse dei cittadini e non in quanto azionisti di IREN spa, nella veste di fautori della privatizzazione di AGAC che ci ha portati nella situazione attuale. Come abbiamo ribadito in Consiglio Comunale lunedì ci aspettiamo scelte chiare e nette, che non siano basate su giochi di parole ma su decisioni sostanziali per la realizzazione di un soggetto interamente pubblico che possa gestire l’acqua come bene comune.
Sempre per restare in “ambito linguistico” constatiamo che nel documento non si parla di un soggetto INTERAMENTE pubblico. Proprio per le ragione espresse poco fa ci appelliamo alla buona fede dei nostri amministratori, augurandoci di non cadere nella trappola dei giochi di parole. Anche IREN spa viene tuttora spacciata come azienda pubblica, per quel famoso 51% di azioni possedute dai sindaci. Non ci stancheremo mai di ripetere che tutto questo è falso: IREN è una società per azioni, governata secondo il diritto privato, partecipata dal pubblico ma non di proprietà interamente pubblica.
Una vera ripubblicizzazione non può prescindere da un’azienda totalmente pubblica posseduta interamente dagli amministratori locali.
Parlando di decisioni e di processi di ripubblicizzazione nel documento si dice che la nuova società pubblica sarà pronta entro il 2014. Tutino ha sottolineato che questa tempistica servirà proprio a facilitare i sindaci che saranno eletti alle prossime consultazioni, che si vedranno consegnare una nuova azienda. Ancora una volta vogliamo sperare, e su questo vigileremo, che non vi sia dietro questa scelta di tempi un tentativo a temporeggiare, per non garantire un risultato immediato in modo da tenere aperta per alcuni anni una comoda via di uscita da questo processo virtuoso che si andrebbe a percorrere.
Su una cosa in particolare non possiamo tacere come Comitato Acqua Bene Comune.
Nel testo approvato oggi avvertiamo una gravissima esclusione dei cittadini dal processo di ripubblicizzazione: si tratta di una svista o di precisa volontà politica? Tutino ha parlato di un “percorso di consapevolezza culturale” svolto dalla Provincia e dagli amministratori sul tema dell’acqua come servizio da ripubblicizzare.
Conosciamo bene il mondo della politica reggiana e conosciamo le sue esigenze di auto-legittimizzazione e di attribuzione di meriti. Non è parte della nostra missione quello di lottare per un riconoscimento dei risultati al Comitato, ma è nostro compito fondamentale e imprescindibile agire affinché i cittadini vengano posti al centro nelle decisioni sull’acqua e i beni comuni.
Chi ha promosso e proposto la ripubblicizzazione dell’acqua nella nostra provincia, da oltre 6 anni a questa parte, sono i cittadini e il comitato. E’ grave constatare che nel processo di creazione del nuovo soggetto pubblico che gestirà l’acqua non siano stati coinvolti. Significa non riconoscere l’impegno e l’attività dei tanti cittadini, ma soprattutto vuol dire ignorare la richiesta di partecipare che da loro viene fatta. E’ impensabile proporre un processo di ripubblicizzazione in cui non vi sia spazio per la cittadinanza in un ruolo da protagonista insieme ai lavoratori e agli amministratori locali.
Questa è la battaglia culturale che portiamo avanti da anni e che evidentemente non abbiamo ancora vinto.
E’ con molta soddisfazione quindi che registriamo l’approvazione dell’atto di indirizzo di oggi, ritrovando in questo risultato la conferma al tanto impegno messo in campo da parte nostra e dei cittadini reggiani in tutti questi anni. E’ un risultato da festeggiare: una notizia importante non solo per Reggio Emilia ma per tutti i Comuni italiani in cui si lotta contro la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni.
Il nostro impegno non finisce qui: invitiamo i cittadini ancora una volta a seguire con noi il percorso che ci porterà all’effettiva ripubblicizzazione. Un cammino lungo, in cui siamo chiamati ad essere presenti con la massima attenzione.
Oggi più che mai: SI SCRIVE ACQUA, SI LEGGE DEMOCRAZIA!

venerdì 30 novembre 2012

Rimini - Assemblea pubblica sul percorso di ribubblicizzazione del servizio idrico integrato in Emilia Romagna

                                        
Venerdì 30 novembre ore 21.00      
presso Sala del Buonarrivo, 
C.so d'Augusto 231 Rimini

ASSEMBLEA PUBBLICA - “E’ possibbile avviare il percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato in Emilia Romagna?”


A questa domanda è necessario dare da subito una risposta concreta, per due ragioni. La prima è che nelle città di Reggio Emilia e di Piacenza sono scaduti gli affidamenti del servizio
idrico; la seconda è che i Comitati romagnoli per l'acqua bene comune (Rimini, Forlì, Ravenna) hanno avanzato una proposta che va proprio nella direzione di trasformare le aziende “Spa in House” in Azienda di Diritto Pubblico per la gestione del servizio idrico integrato.

La possibilità di andare verso la ripubblicizzazione dell’acqua con Aziende di diritto pubblico nel nostro territorio si potrebbe inserire da subito nell’agenda della nuova area provinciale romagnola che accorpa le ex Province di Rimini, Forlì/Cesena e Ravenna, anche grazie alle proteste dei Comitati territoriali contro l’operazione di fusione tra Hera e Acegas/Aps. Queste iniziative hanno infatti dimostrato che molti terrotori romagnoli e gli stessi consigli comunali, interessati da questa operazione finanziaria, non sono più disposti ad accettare che l’agenda politica sia dettata dai Consigli di Amministrazione delle Multiutlity e soprattutto che siano gli interessi privatistici e di mercato a condizionare e a prevalere sula gestione, pubblica e partecipata, dell’acqua e dei servizi locali.

Il Consiglio Comunale di Rimini ha espresso una netta contrarietà alla fusione, sia da parte dei consiglieri che del Sindaco.

Con questo incontro pubblico vogliamo dare un'ulteriore spinta a quel processo democratico e partecipativo che ha portato il nostro consiglio comunale a dire no ai diktat di Hera e Acegas/Aps e, il 12 e 13 giugno del 2011, 27 milioni di cittadini a riaffermare l’importanza della gestione pubblica e partecipata di un beni comune come l’acqua.

Discuteremo di tutti questi argomenti con:
- Corrado Oddi del forum nazionale dei movimenti dell'acqua
- Tommaso Dotti del Comitato Acqua bene comune di Reggio Emilia

Vi aspettiamo alle ore 21.00 presso la sala del Buonarrivo, C.so D'Augusto 231

COMITATO ACQUA E BENI COMUNI RIMINI

lunedì 15 ottobre 2012

Oggi la decisione sulla fusione. Comunicato stampa no fusione Hera-AcegasAps, per la ripubblicizzazione del servizio idrico

Il bilancio della discussione nei consigli comunali, verso l’assemblea dei soci.
Chiediamo a tutti i soci di HERA, in particolare quelli pubblici che parteciperanno all’assemblea dei soci Lunedì 15 ottobre a Bologna di riflettere sull’accaduto, rinviando le decisioni ad altra data, e dando risposte precise a tutte le richieste e le domande emerse dalla discussione dell’ultimo mese. Ora deve iniziare una vera discussione sul futuro della gestione dei servizi pubblici locali, e per noi è indispensabile incamminarsi sulla strada della ripubblicizzazione del servizio idrico e della gestione del ciclo dei rifiuti.
COMUNICATO STAMPA
Anche il consiglio comunale di Rimini, dopo quelli di Forlì, Cesenatico e di una decina di comuni del Forlivese, di alcuni comuni Bolognesi (Sasso Marconi, di Porretta Terme e Monghidoro), del Modenese (Sassuolo e Formigine) ha votato contro la fusione HERA ACEGAS. Nei comuni dove la delibera è passata, il PD ha votato nel totale isolamento e perde consiglieri.
E’ successo un fatto inedito e nonostante il formale via libera della maggioranza dei soci pubblici, si apre una nuova fase. I cittadini e le cittadine della nostra regione confermano la forza del risultato referendario, degli oltre 2 milioni che hanno votato SI’ nella nostra regione, ai referendum contro la privatizzazione dell’acqua e contro il suo assoggettamento alle logiche del mercato e della finanza.
Decisiva è stata la mobilitazione dei Comitati per l’acqua pubblica che hanno fornito chiavi di lettura a tutti per capire ciò che si stava producendo con la fusione ed hanno portato i cittadini ed i lavoratori nei consigli comunali con le bandiere dell’acqua. La democrazia espulsa dai processi governati dal management aziendale, è rientrata dalla porta principale facendo pesare le sue prerogative.
Chiediamo a tutti i soci di HERA, in particolare quelli pubblici che parteciperanno all’assemblea dei soci Lunedì 15 ottobre a Bologna di riflettere sull’accaduto, rinviando le decisioni ad altra data, e dando risposte precise a tutte le richieste e le domande emerse dalla discussione dell’ultimo mese.
Ora deve iniziare una vera discussione sul futuro della gestione dei servizi pubblici locali, e per noi è indispensabile incamminarsi sulla strada della ripubblicizzazione del servizio idrico e della gestione del ciclo dei rifiuti.
Va attivato un piano straordinario in tutta la regione per rilanciare gli investimenti nel ciclo idrico per ridurre le perdite idriche, per la tutela della risorsa idrica, per uno straordinario impegno alla riduzione dei rifiuti, ed all’aumento della raccolta differenziata degli stessi.
Per creare lavoro di qualità e tutela ambientale.
A questa finalità il Fondo strategico italiano e la Cassa Depositi e Prestiti devono concorrere, concedendo denaro a bassi tassi di interesse per gli investimenti, non per la governance di HERA ACEGAS, non per traghettare l’azienda verso le FUSIONI e le privatizzazioni. Recuperando quel ruolo di finanza pubblica che è stato cancellato negli ultimi anni.
Va eliminata la remunerazione del capitale dalle tariffe, vanno ridotti fortemente gli appannaggi dei Manager e dei Dirigenti superpagati.

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

12 Ottobre 2012

I Comitati per l’acqua bene comune della regione Emilia Romagna

venerdì 12 ottobre 2012

Comunicato dopo il voto contrario del consiglio comunale alla fusione Hera-Acegas... H-era già troppo tardi!

Valutiamo come un grande risultato politico del Comitato Acqua bene la votazione avvenuta ieri in Consiglio Comunale, che ha visto espressa una netta contrarietà da parte dei consiglieri e del sindaco a questa Fusione.
Siamo consapevoli, e ieri lo abbiamo rivendicato, che se non avessimo organizzato il presidio e non avessimo fatto pressioni nelle settimane precedenti nei confronti dei consiglieri comunali e della giunta, non ci sarebbe stata nessuna Commissione e nessun Consiglio Comunale.
Il problema della democrazia e della richiesta di nuove forme di partecipazione resta però inalterato, perché ci siamo trovati ieri con il Consiglio Comunale blindato dalle forze dell’ordine (come già accaduto a Padova e Bologna). Forze dell'ordine che impedivano l'accesso agli attivisti del Comitato e ai cittadini intervenuti. Con tanta insistenza e una forte pressione siamo riusciti ad assistere alla discussione dopo aver subito diversi strattonamenti e spintonamenti.
Come abbiamo ripetuto più volte in questi giorni, l'operazione della fusione, si è svolta con metodo tutto verticista e chiuso nelle stanze dei poteri economici e finanziari. Le migliaia di cittadini che pagano con le loro bollette, sempre più care, i servizi erogati (acqua e rifiuti in primis), non hanno avuto voce in capitolo e le informazioni parziali sull'operazione sono filtrate solo attraverso articoli di giornale.
Ci sembra evidente che l'agenda politica sia stata detta da HERA spa, la quale ha preferito far pesare i propri tempi ed interessi aziendali a quelli della democrazia, riproducendo quel paradigma che caratterizza le politiche di austerità: forti coi deboli, deboli coi forti. Possiamo pertanto affermare che anche in questa occasione sono gli interessi privatistici e di mercato a dettare la linea politica, esattamente come i Consigli di amministrazione decidono al posto dei Consigli comunali, chiamati solamente a ratificare le scelte avvenute altrove. L'esito della votazione del consiglio comunale di ieri ci mostra però un'inversione di tendenza che dobbiamo mettere da subito a verifica... come dire dalle parole ai fatti concreti.
Rimane, infatti a nostro avviso, del tutto invariata la poca incisività e la subordinazione dell’Amministrazione comunale nei confronti della Multiutility Hera Spa. Dal 14 di giugno ad oggi, infatti, non abbiamo avuto aperture concrete ne da parte dell’Amministrazione, ne dell’ex ATO svanita con tutti i suoi documenti. Nessuna parola chiara sul percorso di ripubblicizzazione del SII e sull’eliminazione della remunerazione del capitale in bolletta, richieste sancite con la vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011 anche nel nostro Comune.
Gli amministratori locali, ad ogni incontro, ci hanno spiegato che il problema era ed è del Legislatore che doveva e deve chiarire come dar seguito al risultato referendario e che le responsabilità di questo vuoto legislativo non erano e non sono accreditabili a loro. Queste sono le parole ribadite dal Sindaco anche ieri sera nell'intervento di chiusura del consiglio comunale.
Poco coraggio a praticare le nostre proposte, poco interesse al cambiamento. Fino ad ora non ci siamo sentiti all’interno di un processo democratico e partecipato, tanto paventato da tutto il consiglio comunale ma dopo la votazione di ieri, lungi dalle polemiche vuote e stantie, vogliamo subito passare alle proposte concrete.
Il risultato della votazione contro la fusione HERA-ACEGAS e la richiesta esplicitata ieri dal consigliere Pazzaglia al Sindaco, ovvero quella di prendere in considerazione il percorso di ripubblicizzazione attraverso la trasformazione di Romagna Acque società delle fonti Spa in un azienda speciale di diritto pubblico, aprono delle importanti possibilità.
Chiediamo pertanto al Sindaco – viste le aperture di Gnassi fatte ieri sera in consiglio e che abbiamo apprezzato – se sarà possibile attivare nelle prossime settimane questo percorso esplorativo supportato con un tavolo di tecnici comunale, dato che insieme al Coordinamento dei Comitati Acqua Bene Comune della Romagna stiamo sviluppando ed elaborando questa fattiva proposta.
Invitiamo pertanto tutti quelli che in questi giorni hanno camminato con noi, dai consiglieri ai cittadini, di non vanificare questi sforzi e di supportarci in questo lungo ma vincente percorso.
Si scrive acqua, si legge democrazia!


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Comitato Acqua e Beni Comuni Rimini
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giovedì 4 ottobre 2012

Hera Acegas-Aps, si decida pubblicamente

Rimini - Giovedì 11 Ottobre tutti in Consiglio Comunale, per decidere del nostro futuro, dell'acqua bene comune e dell'acqua fuori dal mercato! 

Intanto oggi c'è stato il primo importante segnale, con il rinvio della quinta commissone in cui si discutava la delibera sulla fusione.
In quella sede il consigliere Pazzaglia ha ricordato come i Comuni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale (199/2012) - a seguito dei referendum del 12 e 13 giugno 2011 - sono di nuovo liberi di scegliere la formula organizzativa che più ritengono opportuna.
Ma la fusione tra Hera e Acegas affievolirebbe il controllo della proprietà pubblica sul management, allontanando la gestione del servizio dai suoi diretti fruitori (cittadini e territori) e portando ad un ulteriore aumento delle tariffe.

Per approfondire:

mercoledì 3 ottobre 2012

Giovedì 11 Ottobre si voterà in Consiglio Comunale a Rimini, la fusione Hera Acegas-Aps.


Come comitato organizzeremo un'iniziativa per seguire da dentro e fuori il consiglio comunale, la votazione e il dibattito.
Dopo il referendum che ha sancito come la difesa dei beni comuni primari come l'acqua, sono maggioritari nel nostro paese, dobbiamo riprendere visibilità per impedire l'avallo, per interessi e privilegi di grandi e piccoli poteri, rispetto ad una decisione che potrebbe essere imposta ad un intera comunità. 

Dobbiamo impedire un'inaccettabile operazione in linea con il mercato, le borse, le politiche di austerità di Monti e gli interessi clientelari che andrebbe nella direzione contraria al voto referendario dello scorso anno.

L'acqua e i beni comuni sono di tutti e tutte noi. No alle speculazioni e ulteriori privatizzazioni. 


Seguiranno aggiornamenti.

Comunicato dei Comitati per l’acqua bene comune Emilia Romagna contro la Fusione HERA/ACEGAS-APS

2.025.958 di cittadini dell’Emilia Romagna hanno votato al referendum contro la privatizzazione dell’acqua e per toglierla dal mercato, contro la remunerazione del capitale in bolletta.
Ora il Management di HERA decide di proseguire la politica delle fusioni e dei processi che porteranno alla privatizzazione dell’azienda, a partire dalla fusione di HERA con ACEGAS-APS SPA azienda che gestisce i servizi pubblici locali a Padova e Trieste e con propaggini in Bulgaria e in Serbia.
Senza che nessun cittadino dell’Emilia-Romagna lo abbia mai discusso si procede su una strada contraria alla volontà referendaria dei cittadini e che toglie dai territori la gestione dei servizi pubblici locali per consegnarla ad una Mega azienda di dimensione sovraregionale e addirittura Multinazionale.
I comuni dell’Emilia Romagna che già contavano poco nell’indirizzo dell’azienda, da domani conteranno meno e se le fusioni, come vuole il ministro Passera e il Presidente del consiglio Monti, facendo la Megamultiutility fondendosi con IREN continueranno, non conteranno PIU’ NULLA (già dopo questa fusione la quota dei comuni Emiliano Romagnoli scenderanno nel Patto di sindacato dei soci pubblici dal 51% al 42%).
Per questo entrerà nella partita anche il fondo FSI (Cassa Depositi e Prestiti) che diventerà azionista e nominerà 1 componente del CDA facendo sì, in questo modo, che il governo centrale più le banche controllino i servizi pubblici locali per portarli verso la privatizzazione indebolendo ulteriormente gli enti locali su una materia che dovrebbe essere di loro responsabilità. Più centralismo, meno decentramento, dopo lo strangolamento finanziario ci si muove verso la sottrazione del controllo e della gestione degli Enti locali sui servizi pubblici locali.
Solo per fare un esempio vorremmo sapere quale sarà il potere contrattuale di un comune quando discuterà con HERA il costo di un servizio aggiuntivo sui rifiuti. E come farà l’assessore a sapere quale è il vero costo di un servizio, visto che il comune non lo gestisce più da anni. Forse i dividendi che percepisce come azionista, se li rimangerà tutti HERA (e forse sta succedendo così anche oggi).
In compenso le bollette dell’acqua e dei rifiuti continueranno a schizzare verso l’alto (ad esempio, negli ultimi 6 anni, a fronte di un’inflazione al 15,5% sono cresciute a bologna del 38%).
Le perdite idriche, non sono calate neanche di 1 punto percentuale da quando HERA è stata trasformata in SPA quotata in borsa e certo non caleranno in futuro, con una azienda sempre meno attenta agli investimenti (in calo dal 2007) ed alla manutenzione.
Le uniche cose che aumentano e che aumenteranno dopo la fusione sono il colossale debito accumulato da HERA pari a 2.300.000.000 € che diventerà di circa 2.800.000.000 € .
E’ necessario chiedersi alla fine chi pagherà, secondo noi questo debito sarà il motore della privatizzazione totale.
Inoltre aumentano il numero di dirigenti e Manager strapagati che oggi costano ad HERA circa 19 milioni di € all’anno, cifra destinata a crescere dopo la fusione.
Aumenteranno le autobotti di acqua, che dalla pianura salgono in montagna, sia per la siccità, sia perché non si fa più manutenzione alle sorgenti ed ai piccoli acquedotti.
Cresce intanto la parte di utile dell’azienda che si intascano i privati che è ormai arrivato al 50% (azionisti privati + soci terzi), mentre in azienda rimane solo il 4% dell’utile.
Ci dicono che con i dividendi si garantiscono le entrate dei comuni per sostenerne i bilanci, ma è un sistema pazzesco quello che prevede che un cittadino bolognese, ad essere ottimisti, debba pagare almeno 3 € aggiuntivi nelle bollette per garantire 1 € di dividendo al comune e gli altri 2€ divisi fra soci privati HERA, banche e mercato finanziario erogatori di prestiti .
Dicono che fanno questa operazione per poter diventare grandi e competere sul mercato, ma nella sostanza non esiste mercato, né nella gestione dell’acqua né nella gestione dei Rifiuti solidi urbani, infatti la Corte Costituzionale ha abrogato la nuova privatizzazione dei servizi pubblici locali che Berlusconi ha tentato con la legge approvata nel settembre scorso e che Monti ha perseguito nei mesi scorsi.
E’ una operazione oscura della quale non solo i cittadini, ma anche i consiglieri comunali, le giunte e moltissimi sindaci non sanno nulla.
Gli impegni presi 6 mesi fa dai comuni per il patto di sindacato, diventano carta straccia, ed è per questo che ne dovranno approvare l’aggiornamento.
Questa fusione la pagheranno i cittadini con le loro bollette, l’ambiente e la qualità della risorsa, i lavoratori con la caduta verticale della qualità delle relazioni sindacali (già provate) che si centralizzeranno ulteriormente, l’ impulso alle iniziative di esternalizzazione e di appalto, la compressione dei diritti e della contrattazione e quindi dell’occupazione, del reddito e delle professionalità legate al territorio e alla finalità pubblica del servizio, con mobilità territoriali più facili.
Si profila quindi una gigantesca cessione al mercato dei servizi pubblici locali e dell’acqua, contro 27 milioni di Italiani.
I comitati dell’acqua si batteranno in tutti i territori, da Modena a Rimini, da Ferrara a Bologna, da Padova a Trieste, perche’ i consigli comunali non decidano tutto questo, perché i cittadini si oppongano alla fusione e perché insieme si riesca ad impedire una grande cessione di sovranità dalle istituzioni democratiche e dalle comunità locali, al mercato.

Comitati acqua bene comune Emilia Romagna

lunedì 17 settembre 2012

No alla fusione AcegasAps - Hera. Fermiamo chi specula sulla vita.

Dal 1 settembre al 14 ottobre deve essere approvata e discussa da tutti i consigli comunali la fusione di HERA-ACEGAS.
Dopo la vittoria referendaria del 12/13 giugno 2011, dove tutti siamo impegnati nella ripubblicizzazione del SI, un' operazione di tale portata che va oltre l' Italia, coinvolgendo la Serbia e la Bulgaria, è contro a ciò che i cittadini Italiani hanno espresso con il voto referendario. Le componenti biologiche della vita sono sottoposte a un processo di mercificazione che le riduce a variabili dipendenti della profittabilità del capitale, non ci sono più limiti ai processi di accumulazione che vengono, così, posti al riparo dalle onnipresenti fluttuazioni del mercato e dei cicli economici. Questo è inaccettabile oltre che gravissimo!Seguiranno a breve aggiornamenti dopo la riunione dei comitati per l'acqua della Romagna che si terrà questo martedì ad Imola.
Per approfondire:

martedì 28 agosto 2012

E.R. - Sei in: Il Fatto Quotidiano > Emilia Romagna > Hera, i manager... Hera, i manager costano quanto gli investimenti nella rete idrica | dal Fatto Quotidiano del 28 agosto 2012

Nel 2011 ammonta a 19 milioni di euro la voce degli stipendi per cda e dirigenti rispetto ai 21 messi per il servizio base offerto dal colosso di acqua e gas. Senza contare i costi dirigenziali della galassia di partecipate e controllate e, come segnalato dalla Cgil, "i numerosi benefit come auto, carta di credito, spese di rappresentanza, vitto e alloggio"

I dirigenti Hera costano in media 9500 euro al mese. In tutto oltre 16milioni l’anno. Se a questa cifra si aggiungono i due milioni e mezzo di costo del consiglio di amministrazione si arriva a 19 milioni di euro. Solo due in meno rispetto ai 21 investiti sulla rete idrica nell’ultimo anno. >>Leggi tutto<<

sabato 21 luglio 2012

Gli amministratori pubblici dell’Emilia-Romagna fermino la illegittima decisione che il consiglio di Amministrazione di HERA sta per assumere.

COMUNICATO STAMPA
Fusione HERA/ACEGAS-APS

Siano i consigli comunali a decidere. I cittadini siano informati prima dei fatti compiuti.
Il 13 giugno avevamo rivolto alcune domande ai Sindaci. La prima domanda era: cosa pensano i sindaci Emiliano–Romagnoli dell’ ipotesi sottoscritta per chiudere entro 90 giorni l’accordo fra HERA e ACEGAS-APS  per una multiutility EMILIANO-ROMAGNOLA, VENETA, FRIULANA, TRIESTINA e BALCANICA? Nessuno ci ha risposto.

Ora in un silenzio assordante della società e dei poteri pubblici,  i consigli di Amministrazione a partire da quello di HERA decideranno le operazioni di aggregazione fra ACEGAS ed HERA. E’ una operazione oscura della quale non solo i cittadini, ma anche i consiglieri comunali, le giunte e moltissimi sindaci non sanno nulla.
Per quello che è dato capire dai rari articoli di stampa, la acquisizione della Holding ACEGAS dai comuni di Trieste e Padova varrebbe, stando ai soli valori di capitalizzazione di borsa (al 20 luglio 2012) 126 milioni di € contro la cessione del 14,5% di HERA a quegli stessi comuni (valore 164 milioni di €). L'operazione si caratterizzerebbe pertanto da un saldo negativo pari a 38 milioni di € per i soci pubblici emiliano romagnoli. Se non è vero ci diano i dati giusti!
L’indebitamento complessivo dopo la fusione assommerebbe ad oltre 2 miliardi e 800 milioni di€, se non è vero ci diano i dati corretti!   

Cosa ancora più grave, a seguito della cessione del 14,5% ai comuni di Padova  e Trieste, il pacchetto azionario detenuto dal Patto di sindacato ( patto di voto) dei comuni Emiliano-Romagnoli potrebbe scendere sotto il 50% di HERA. Ciò sarebbe ancor più vero se si realizzasse l’aumento di capitale  previsto nel 2013 nella conversione delle obbligazioni emesse da HERA.  

I comuni Emiliano –Romagnoli NON avrebbero più il controllo di HERA, se non è vero dimostrino il contrario.

Solo 8 mesi fa i Consigli comunali hanno votato sugli indirizzi del patto di sindacato dei soci pubblici per HERA. Si parlava di rilancio del “patto”, ma avviene il suo ridimensionamento strategico, si abbandona l’idea del soggetto aggregatore regionale , anzi si aprono propaggini in Serbia e in Bulgaria (Rila Gas A.D. - Sofia (Bulgaria) - 100%  e SIGAS d.o.o. - Belgrado (Serbia)- 90%).
    Tutto ciò non era previsto e quei documenti, approvati dai consigli comunali, diverrebbero carta straccia. Ciò è illegittimo,  solo i consigli comunali possono cambiare quell’orientamento, non i consigli di amministrazione.
Vengono definitivamente stracciati gli accordi fatti con il sindacato al momento della creazione di HERA, nessuno ha da obiettare?

I Titoli in borsa delle due aziende continuano a scendere e inevitabilmente i processi di indebitamento saranno il carburante delle privatizzazioni. Alla faccia di 27 milioni di cittadini che al referendum del 12 e 13 giugno 2012 hanno indicato una strada diversa.
E’ possibile, che nessun amministratore locale alzi la voce per chiedere conto della situazione?
Chi controllerà la multiutility sovraregionale?
Chi controllerà la multinazionale con gli affari nei Balcani, è questo l’interesse dei cittadini dell’Emilia-Romagna ?

Chiediamo ai sindaci Emiliano-Romagnoli di avviare immediatamente una istruttoria pubblica,  di fare la discussione nei consigli comunali portando tutti gli elementi conoscitivi del caso ed avviare la consultazione dei cittadini .
Le tragiche vicende del terremoto, richiederebbero una focalizzazione sul nostro territorio, il rilancio di investimenti di riassetto territoriale, idrico, energetico , idrogeologico, di riconversione produttiva e messa in sicurezza del patrimonio edilizio, di difesa dell’apparato produttivo.
Alcuni di questi compiti (acqua rifiuti energia e territorio) potrebbero vedere HERA impegnata. Le ipotesi di fusione vanno in direzione  opposta.
I comitati provinciali per l’acqua bene comune dell’Emilia-Romagna assieme al Forum Nazionale dei movimenti dell’acqua sono  assolutamente contrari a questa  prospettiva.
Reiteriamo la richiesta di incontro ai sindaci delle città capoluogo del nostro territorio,  a Manca in quanto presidente del Patto di sindacato ed a  Virgilio Merola nella sua qualità di sindaco di Bologna e maggiore azionista di HERA. 

Chiediamo che le forze politiche si pronuncino e contribuiscano a modificare il percorso.
Ci rivolgiamo inoltre a tutte le realtà dell’associazionismo, del volontariato e alle organizzazioni sindacali perché non rimangano inerti di fronte all’attivazione di questi processi.
Chiediamo ai lavoratori di mobilitarsi, in quanto assieme ai rischi per la risorsa idrica e l’ambiente, per gli utenti, sarebbero  i lavoratori a pagare il prezzo più alto con la caduta verticale della qualità delle relazioni sindacali (già provate), impulso alle iniziative di esternalizzazione e di appalto, compressione dei diritti e della contrattazione e quindi dell’occupazione,  del reddito e delle professionalità legate al territorio e alla finalità pubblica del servizio. Gli unici a guadagnare da questi processi, sarebbero  il  management e una pletora di dirigenti sempre più superpagati.
I Comitati si attiveranno per costruire un coordinamento con tutte le realtà territoriali coinvolte da questi processi.               
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
E dopo la sentenza della Corte Costituzionale che afferma la necessità di rispettare il risultato referendario, la nostra battaglia è più forte.


Il Coordinamento dei Comitati per l’acqua bene comune e per l’acqua pubblica Emilia-Romagna

venerdì 20 luglio 2012

Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali

COMUNICATO STAMPA

Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse  la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.
La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.

Si scrive acqua, si legge democrazia! 
 

martedì 12 giugno 2012

Acqua Bene Comune - ROMAGNA

AD UN ANNO DALLA VITTORIA REFERENDARIA SI CHIEDE UN PERCORSO DI RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO E LA REVISIONE DELLE TARIFFE TOGLIENDO DALLE STESSE LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE.

I comitati Acqua Bene Comune della Provincia di Forlì - Cesena,  Acqua Bene Comune della Provincia di Rimini, Acqua Bene Comune della Provincia di Ravenna

Premesso:

·        Che l’acqua è un bene essenziale alla vita, un bene comune e un diritto umano universale e che come tale va gestito, nonché conservato per le future generazioni;

·        Che il  12 e 13 giugno 2011 la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato “si” ai quesiti referendari relativi alla gestione del servizio idrico, con i quali si proponeva l’uscita della gestione dell’acqua dalle leggi del mercato e l’uscita dei profitti dalla gestione dell’acqua;

·        Che il rispetto dell’esito referendario chiede a tutti gli enti locali, singoli ed associati, di compiere gli atti e le azioni conseguenti per intraprendere una piena gestione pubblica del servizio idrico e il suo riconoscimento come servizio di interesse generale privo di scopi di lucro

Considerato

che la piena osservanza dell’esito referendario comporta la progressiva assunzione diretta da parte degli enti locali, singoli ed associati, della gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali e/o i consorzi;

Chiedono

l’attivazione di un “Tavolo acqua bene comune Romagna” al fine di definire modalità, percorsi, finanziamenti e tempi per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Il Tavolo, oltre che alle istituzioni, dovrà essere aperto anche alle organizzazioni sindacali, dei  consumatori e ai Comitati Acqua Bene Comune.

Comitati Acqua Bene Comune Provincia di Forlì - Cesena
Comitato Acqua Bene Comune Provincia di Ravenna
Comitato Acqua Bene Comune  Provincia di Rimini


sabato 2 giugno 2012

Roma 2 giugno "La Repubblica siamo noi" - Manifestazione nazionale a Roma

PARTENZA DA RIMINI ore 7.30 - sede Cgil Via Caduti di Marzabotto 30
Prenotazione obbligatoria 3357702792 (Massimo Fusini)

Di seguito l'appello:

Per l'attuazione del risultato referendario, per la riappropriazione sociale e la tutela dell'acqua e dei beni comuni, per la pace, i diritti e la democrazia, per un'alternativa alle politiche d'austerità del Governo e dell'Europa
Ad un anno
dalla straordinaria vittoria referendaria, costruita da una partecipazione sociale senza precedenti, il Governo Monti e i poteri forti si ostinano a non riconoscerne i risultati e preparano nuove normative per consegnare definitivamente la gestione dell’acqua agli interessi dei privati, in particolare costruendo un nuovo sistema tariffario che continua a garantire i profitti ai gestori.
Non solo. Da una parte BCE, poteri forti finanziari e Governo utilizzano la crisi economico-finanziaria per rendere definitive le politiche liberiste di privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici, di smantellamento dei diritti del lavoro, del welfare e dell'istruzione, di precarizzazione dell’intera vita delle persone. Dall'altra le politiche d'austerità ridimensionano il ruolo dell'intervento pubblico per poi alimentare l'idea che la crescita sia possibile solo attraverso investimenti privati, che in realtà si appropriano dei servizi e devastano il territorio.
E' in atto il tentativo di imporre definitivamente il dominio delle "esigenze dei mercati" sulla democrazia, ovvero il diritto di tutte e di tutti a decidere collettivamente sul proprio presente e futuro.
Il 2 giugno è da sempre la festa della Repubblica, ovvero della res publica, di ciò che a tutte e tutti appartiene. Una festa ormai da anni espropriata alle donne e agli uomini di questo Paese e trasformata in parata militare, come se quella fosse l’unica funzione rimasta ad un “pubblico”, che si vuole progressivamente consegnare agli interessi dei grandi gruppi bancari e dei mercati finanziari.

Ma la Repubblica siamo noi.

Le donne e gli uomini che nella propria quotidianità ed in ogni territorio lottano per la riappropriazione sociale e la tutela dell’acqua e dei beni comuni, per un welfare universale e servizi pubblici di qualità, per la dignità del lavoro e la fine della precarietà, per il diritto alla salute e all’abitare, per l’istruzione, la formazione e la conoscenza, per la trasformazione ecologica della produzione, a partire dal Forum Alternativo dei Popoli di Rio+20, per politiche di pace e cooperazione.
Le donne e gli uomini che, come nel resto d'Europa, pensano che i beni comuni siano fondamento di un nuovo modello produttivo e sociale.
Le donne e gli uomini che dentro la propria esperienza individuale e collettiva rivendicano una nuova democrazia partecipativa, dentro la quale tutte e tutti possano contribuire direttamente a costruire un diverso futuro per la presente e le future generazioni.
Crediamo sia giunto il momento in cui siano queste donne e questi uomini a riempire la piazza del 2 giugno.
Con l’allegria e la determinazione di chi vuole invertire la rotta.
Con la consapevolezza di chi sa che il futuro è solo nelle nostre mani.

Promuovono: Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua (Comitati Territoriali per l'Acqua del Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna; Abruzzo Social Forum, Acea Onlus, Acli - Associazione Cristiana Lavoratori Italiani, Acu - Associazione Consumatori Utenti, Alternativamente.Info, Alternative Europa, Altrimondi, Arci, Associazione Acli Terra, Associazione Botteghe Del Mondo, Associazione Culturale Punto Rosso-Fma, Associazione Di Cooperazione Rurale In Africa E America Latina, Associazione Fratelli Dell’uomo, Associazione Malattie Da Intossicazione Cronica E/O Ambientale, Associazione Federativa Femminista Internazionale, Associazione Italia – Nicaragua, Associazione Italiana Amici Di Raoul Follereau, Associazione Link Onlus, Associazione Medica N.A.Di.R., Associazione Michele Mancino, Associazione Naturista Europea, Associazione Nazionale Dei Comuni Virtuosi, Associazione Ong Italiane, Associazione Per La Decrescita, Associazione Rossoverde, Associazione Sinistra Critica, A Sud Ecologia e Cooperazione Onlus, Attac Italia, Associazione Universitaria Per La Cooperazione Internazionale, Beati i Costruttori Di Pace, Carta, Campagna Per La Riforma Della Banca Mondiale - CRBM, CIPAX - Centro Interconfessionale Per La Pace, Centro Nuovo Modello Di Sviluppo, CEVI- Centro Di Volontariato Internazionale Per La Cooperazione Allo Sviluppo, Chiama L’africa, CIPSI - Coordinamento Di Iniziative Popolari Di Solidarieta’ Internazionale, CNS - Ecologia Politica, COCIS - Coordinamento Delle Organizzazioni Non Governative Per La Cooperazione Internazionale Allo Sviluppo, Comitato Acquasuav (Campagna Italiana Per La Salvaguardia Hasankeyf), Comitato Italiano Per Il Contratto Mondiale Sull’acqua, Comitato Tobin Tax, Commissione Globalizzazione e Ambiente Della Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Confederazione Cobas, Confederazione Nazionale Lavoratori, Coordinamento Nazionale Comunita’ Di Accoglienza - CNCA, CRIC - Centro Regionale Di Intervento Per La Cooperazione, Cvm – Comunità Volontari Per Il Mondo, Diocesi Di Termoli - Larino, Engim, Fairwatch, Fa’ La Cosa Giusta!, Federazione Lavoratori Della Conoscenza Cgil, Fiba Cisl - Federazione Italiana Bancari E Assicurativi Della Cisl, Fiom Cgil, Forum Ambientalista, Forum Difesa Salute, Forum Per La Democrazia Costituzionale Europea, Funzione Pubblica Cgil, Geologi Nel Mondo, Geologia Senza Frontiere, Gioventù Francescana d’Italia, Il Manifesto, Ipsia Istituto Pace Sviluppo Innovazioni Acli, Istituto Schole’ Futuro (TO), Federazione Delle Attività Dei Gesuiti Nel Sociale (Jsn), Lavoro E Societa’ Cgil, Legambiente, Libera, Liberazione, Lila Cedius, Lvia - Associazione Solidarieta’ E Cooperazione Internazionale, Lunaria, Mani Tese, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, Medicina Democratica, Mountain Wilderness, Movimento Consumatori, Movimento D’agape, Movimento Libero Perseo, Movimento Per La Decrescita Felice, Movimento Resistenza Continua, Network Riprendiamoci Il Pianeta, Ordine Francescano Secolare Minori D’italia, Pane E Rose Onlus, Pax Christi, Quale Stato, Rete Lilliput, Rete Nazionale Rifiuti Zero, Rete NO INC, Rete Nuovo Municipio, Rete Per Una Cultura Sostenibile E Indipendente, Rete Degli Studenti Medi, Rete 28 Aprile Nella Cgil, Senza Confine Onlus - Associazione Per Lo Sviluppo Dei Popoli, Servizio Civile Internazionale, Sbilanciamoci, Sindacato Dei Lavoratori (Sincobas E Sult), Sdl Intercategoriale, Slow Food Italia, Terres Des Hommes, Umanisti Per L’ambiente, UISP - Unione Italiana Sport Per Tutti, Unione Degli Studenti, Unione Degli Universitari, Un Ponte Per..., U.S.B., Verdi Ambiente e Societa’ – Vas Onlus, WWF Italia, Associazione Yaku), Altramente, Associazione Culturale TerradelFuoco, Associazione Medici contro la tortura ONLUS, Autorecupero San Tommaso - Roma, Comitato No Debito, Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori Autoconvocati, FLARE - Freedom Legality And Rights in Europe, Forum Sinistra Europea, Movimento "2 Giugno"

Sostengono: Comunisti Uniti, Ecologisti e Reti Civiche Verdi Lazio, Federazione della Sinistra di Roma, Federazione dei Verdi, Giovani Comunisti, Partito Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà


Per adesioni scrivere a segreteria@acquabenecomune.org

giovedì 24 maggio 2012

BOLOGNA - ll mio voto va rispettato: Consegna ad Hera dei reclami/istanze di rimborso


Il mio voto va rispettato: Consegna ad Hera dei reclami/istanze di rimborso  


Campagna di Obbedienza Civile
Applicare i referendum sull’acqua
rispettare la volontà popolare
Bollette acqua - Continua la pioggia di Reclami/istanze di Rimborso

Tutti i cittadini che lo vogliano, sono invitati a partecipare alla II^ Giornata di consegna agli sportelli di HERA S.P.A. dei reclami per la mancata eliminazione dalle bollette dell’acqua della “remunerazione del capitale” in attuazione del referendum sulle tariffe idriche del 12-13 giugno 2011

Giovedì 24 Maggio 2012 alle ore 10,00
Presso lo sportello di HERA in viale Berti Pichat 2 - BOLOGNA


Il secondo quesito del referendum del 12-13 giugno 2011 al quale hanno partecipato quasi 27 milioni di cittadini, dei quali circa il 95% ha votato Sì, ha abrogato dalla tariffa idrica la “Remunerazione del capitale investito”, nonostante ciò Hera non si è adeguata e i Cittadini bolognesi continuano a pagare una BOLLETTA dell’ACQUA che comprende quella voce. Mentre il Management e la Dirigenza aziendale intascano milioni di EURO facendosi beffe delle istituzioni locali.
Ciò non è legale ed i cittadini obbedendo alla legge, sporgono reclamo e provvederanno a pagare solo il dovuto. Aderendo alla campagna di obbedienza civile.

il Comitato Acqua bene comune Bologna

martedì 24 aprile 2012

Ricorso al TAR Emilia-Romagna contro le decisioni del 22 DICEMBRE 2011 sulle tariffe idriche Bolognesi

emiliaIl 17 aprile è stata ufficialmente comunicato alla stampa l’ informazione sull’impugnazione al TAR Emilia-Romagna della delibera del 22 Dicembre 2011 di ATO BOLOGNA che aumentava le tariffe idriche e approvava una nuova convenzione col gestore HERA per il quinquennio 2011-2012. 
L’iniziativa è stata curata dai Comitati per l’acqua bene comune di Bologna, di Imola e dell’Emilia-Romagna e dalla Federconsumatori di Bologna e presentata congiuntamente dalla Federconsumatori Nazionale nella persona del suo Presidente Rosario Trefiletti e da 16 ricorrenti cittadini/utenti del servizio idrico della provincia di Bologna. 

La definizione della memoria difensiva è stata realizzata dagli avvocati Vanna Pizzi e Vittorio Largajolli di Roma col supporto dell’Avvocato Giampiero Falzone a Bologna.

La decisione di impugnare la delibera, che come tutti ricorderanno fu molto contestata al momento della sua approvazione, e raccolse il dissenso dei Comitati Referendari per l’acqua bene comune e delle organizzazioni sindacali, è maturata da una attenta lettura della stessa. 

Essa contiene la riaffermazione e l’inserimento in tariffa della “Remunerazione del capitale investito” nonostante il referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011, e nonostante il decreto del Presidente della Repubblica del 18 luglio 2011 n° 116. 
Ricordiamo inoltre che la Corte Costituzionale , nel decreto di ammissibilità del quesito referendario ha chiarito che “Invero, il quesito in questione risulta idoneo al fine perseguito, perché, come sopra si è notato, coessenziale alla nozione di “rilevanza” economica del servizio è la copertura dei costi…, non già la remunerazione del capitale” e che, “ …Infine, la normativa residua, immediatamente applicabile (sentenza n. 32  del 1993), data proprio dall’art. 154 del d.lgs. n. 152 del 2006, non presenta elementi di contraddittorietà, persistendo la nozione di tariffa come corrispettivo, determinata in modo tale da assicurare «la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”».. 

La delibera di Ato Bologna poi,  introduce una nuova voce a sostituzione parziale della “remunerazione….” denominata “Oneri Finanziari”, voce inesistente nella legislazione della tariffa normalizzata e quindi illegittima, ed inapplicabile. 
Oscura risulta inoltre la definizione della nuova convenzione nelle parti relative alla definizione dei costi operativi e della determinazione dei cosidetti “crediti per minori ricavi“. 
Per questo motivo chiediamo al TAR ER di annullare, previa sospensione la suddetta delibera. 

Un diverso sistema di finanziamento del servizio è necessario, ed il nostro orizzonte, non è quello del “metodo normalizzato” senza la “remunerazione”, ma il sistema indicato dalla proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da 400.000 persone nel 2007, ma intanto va ripristinata la legalità applicando la legge e quindi l’esito referendario. 

Invitiamo poi i sindaci del nostro territorio, ad aprire il confronto che non c’è stato nella definizione della delibera del 22 dicembre, sia coi comitati acqua che con le associazioni dei consumatori e con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori al fine di operare scelte legittime, necessarie alla tutela della risorsa idrica, a garantire il diritto umano all’acqua e la coesione sociale del nostro territorio.

Rassegna stampa

- Acqua pubblica, presentato ricorso al Tar per il rispetto dell'esito dei referendum (Il Fatto Quotidiano 17/04/12)
- L'unità 18/04/12

domenica 18 marzo 2012

A Marsiglia si chiude il FAME e nasce la Rete Europea per l’Acqua Pubblica

di Caterina Amicucci
Tratto da http://www.famedacqua.it/

Si è chiuso ieri con una grande e colorata manifestazione che ha attraversato il centro di Marsiglia il Forum Mondiale Alternativo dell’acqua.
Contemporaneamente andava in scena ai margini della città il consueto carnevale locale, che quest’anno è stato finanziato delle multinazionali riunite nel Consiglio Mondiale dell’Acqua, l’organizzazione privata organizzatrice del foro ufficiale, ed è stato così costretto a partire dal Palazzo dei Congressi sede dei lavori.
Una fotografia che ben rappresenta il diverso esito dei due eventi. Il forum ufficiale, un flop costato milioni di euro e che ha costretto Nicolas Sarkozy a cancellare la sua partecipazione pochi giorni prima dell’apertura dei lavori, è stato snobbato da tutte le altre cariche degli stati incluso il nostro ministro Corrado Clini.
Dall’altro lato della città il forum alternativo in mattinata si era chiuso con l’approvazione di una dichiarazione finale che ribadisce la volontà del movimento di arrestare la privatizzazione e la finanziarizzazione dell’acqua e ottenere il pieno riconoscimento dell’acqua come diritto. Il testo contiene anche un diretto appello alle Nazioni Unite di riportare il dibattito politico sulle risorse idriche in seno istituzionale organizzando un forum “legittimo” a ottobre del 2014. Un movimento che sembra crescere molto rapidamente e che esce dall’appuntamento marsigliese estremamente rafforzato. L’assemblea si è infatti conclusa con le dichiarazioni di impegno delle reti regionali. Il balzo in avanti più significativo è stato il lancio ufficiale della rete europea dei movimenti dell’acqua, fortemente voluta dalla delegazione italiana e che aveva mosso i suoi primi passi a Napoli lo scorso dicembre.
La rete ha varato una carta basata su quattro punti fondamentali: 1) l’acqua non è una merce ma un diritto universale ed un bene comune 2) il superamento del full cost recovery come principio guida del finanziamento del servizio idrico 3) garantire a tutti l’accesso al quantitativo minimo vitale d’acqua 4) la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori alla gestione del servizio.
La prima attività su scala europea sarà quella di utilizzare l’Iniziativa dei cittadini Europei, ovvero lo strumento di democrazia diretta recentemente introdotto dal trattato di Lisbona. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme in sette paesi per invertire la trazione privatizzatrice dell’Unione e proporre un’iniziativa legislativa alla Commissione.
Un bilancio positivo anche nei numeri e nella qualità del dibattito e della partecipazione. Oltre 2000 partecipanti registrati e 50 fra workshop e conferenze, che hanno approfondito tutti i principali temi legati all’acqua, ma soprattutto hanno rafforzato i legami e la strategia interna.
Una delle questioni che maggiormente ha animato i dibattiti è quella su quale modello di pubblico il movimento intende abbracciare. Un dibattito aperto che apre un interessante confronto sia culturale che fra tradizioni politiche diverse ed essenziale nella riflessione complessiva sul tema dei beni comuni. Nel giorno di chiusura è arrivata anche la notizia che la sezione francese di Amnesty International e Reporter sans Frontière hanno aperto un fascicolo sul caso dei mediattivisti fermati dalla polizia in occasione dell’apertura dei lavori del forum ufficiale. Gli attivisti erano stati prelevati dal palazzo dei congressi e trasportati in questura per poi essere rilasciati, al termine della cerimonia, senza nessuna spiegazione e richiesta di scuse. Un fatto inquietante che ben si sposa con la natura privatistica dell’evento.


venerdì 16 marzo 2012

APPELLO CONTRO LA MULTIUTILITY DEL NORD

Facciamo parte dei 27 milioni di cittadine e cittadini che si sono espressi contro la privatizzazione dell'acqua e per la difesa dei beni comuni. Viviamo con forte preoccupazione i ripetuti tentativi di cancellazione del risultato referendario, che colpiscono al cuore la partecipazione democratica e la credibilità delle istituzioni.

Con l’abrogazione dell’art. 23 bis, il referendum ha restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua, ma anche gli altri servizi pubblici, compresi i rifiuti e il trasporto pubblico locale. Decenni di liberalizzazioni e privatizzazioni mostrano oggi il fallimento di questo disegno che ha visto il pubblico ritirarsi dai propri compiti e i Comuni trasformarsi da garanti dei servizi pubblici in azionisti. Ci lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizione dei lavoratori del settore, azzeramento degli  investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di ingenti risorse naturali, finite e irriproducibili, e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza.

La proposta di creare una grande multiutility del nord si inserisce in questo quadro desolante. Ripercorre la strada dei fallimenti testimoniati dai bilanci in debito di A2A, Iren, Hera, ecc.; ci ripropone l'idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio; punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala. E’ un’operazione lobbistica e verticistica di istituzioni, managers e correnti di partiti, estranea alle città interessate, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi serve una gestione dell'acqua, dei rifiuti, del TPL, dell'energia, prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi.

Oggi più che mai una scelta del genere non deve essere perseguita. Al contrario è necessario aprire un ampio dibattito pubblico che coinvolga le amministrazioni locali, le assemblee elettive, coloro che hanno promosso e vinto i referendum, le associazioni, i comitati, tutti coloro che vogliono preservare l’universalità dei diritti fondamentali, come l’acqua, e tutelare i diritti dei lavoratori. Riteniamo indispensabili modalità nuove ed etiche per garantire ai Comuni investimenti pubblici necessari a realizzare politiche ambientali di risparmio idrico ed energetico e di riduzione, recupero e riuso dei rifiuti - obiettivi previsti dalla Direttiva Europea sulla promozione delle fonti rinnovabili. Non accettiamo di farci espropriare delle condizioni minime per esercitare i diritti di cittadinanza, di riproducibilità della nostra vita associata, in armonia con l'ambiente.

Per queste ragioni, pensiamo sia interesse di tutta la società civile fermare questo progetto che si presenta come un ulteriore attacco alla democrazia e ai beni comuni. Chiediamo a tutte le forze politiche, sociali e sindacali, in particolare quelle che hanno sostenuto i referendum, di prendere una posizione chiara opponendosi con decisione a questo progetto e portandolo alla discussione e al pubblico dibattito. Ci impegniamo a favorire tutti i possibili momenti informativi, di dibattito e di sensibilizzazione.

FIRMATO: DARIO FO (Attore, premio Nobel) - FRANCA RAME (Attrice) - MONI  OVADIA (Attore) - STEFANO RODOTA’ (Giurista) - ELIO E MANGONI (Le storie tese) - NANDO DALLA CHIESA (Sociologo Univ. Milano) - GIULIO CAVALLI (Attore e Consigliere Regione Lombardia SEL) - LORIS MAZZETTI (Giornalista RAI) - PAOLO ROSSI (Attore) - BASILIO RIZZO (Presidente Consiglio comunale Milano) - GUIDO VIALE (Economista) - ALBERTO LUCARELLI (Giurista, Assessore Comune Napoli) - VITTORIO AGNOLETTO (Ex-Parlamentare Europeo) -LUIGI FERRAIOLI (Costituzionalista Univ. Camerino) - UGO MATTEI (Giurista Univ. Torino) - BRUNO BOSCO (Economista, Preside Facoltà Giurisprudenza Univ. Milano Bicocca) ANDREA DI STEFANO (Dir. Rivista Valori) - ELIO VELTRI (Scrittore) - LUCA NIVARRA (Giurista Univ. Palermo) - GAETANO AZZARITI (Costituzionalista Univ. La Sapienza Roma) - ROBERTO BIORCIO (Sociologo Univ. Milano Bicocca) - EMILIO MOLINARI (Movimento acqua) - MARIO AGOSTINELLI  (Energia felice) - MASO NOTARIANNI (Emergency) - DIEGO PARASSOLE (Attore) - ALBERTO PATRUCCO (Attore) - SILVANO PICCARDI (Regista) - PIETRO RAITANO (Dir. Altreconomia) - LUCA MARTINELLI (Giornalista Altreconomia) - RENATO SARTI (Regista) - BEBO STORTI (Attore) - JOLE GARUTI (Dir. Centro studi Sao) - LUCA KLOBAS (Attore) - LEONARDO MANERA (Attore) - NADIA VOLPI (Italia Nostra) - RITA PELUSIO (Attrice) - HENRY ZAFFA (Attore) - PAOLO CACCIARI (Crescita felice) - GIANNI TAMINO (Biologo Univ. Padova) - CLAUDIO BISIO (ATTORE) - DANIELE SILVESTRI (Musicista) - PAOLO JANNACCI (Musicista) - ALE E FRANZA (Attori)
PRIMI FIRMATARI ISTITUZIONALI: ANITA SONEGO (CONS. COMUNALE MILANO, FS); MIRKO MAZZALI (CONS. COMUNALE MILANO, SEL); MATTIA CALISE (CONS. COMUNALE MILANO, M5S); ANNA SCAVUZZO (CONS. COMUNALE LISTA MILANO X PISAPIA); ELISABETTA STRADA (CONS. COMUNALE LISTA MILANO X PISAPIA); MASSIMO GATTI (CONS. PROVINCIALE MILANO, FS); GIANCARLO PETERLONGO (CDA ATO MILANO); ANTONELLO PATTA (FS); ANTONIO LARENO (CGIL); ENZO GRECO (SEGR. CGIL); GIACOMO CONTI (CONS. REGIONALE LIGURIA, FS); NICOLO' SCIALFA (CAPOGRUPPO IDV REGIONE LIGURIA); ANTONIO BRUNO (CONS. COMUNALE GENOVA FS); MANUELA CAPPELLO (CONS. COMUNALE GENOVA); ELEONORA ARTESIO (CONS. REGIONALE PIEMONTE, FS);

mercoledì 29 febbraio 2012

Segnaliamo - H2O - Giù le mani Su la testa

Rimini,Venerdì 2 marzo ore 20,45
Sala del Buonarrivo corso d'Augusto 231



Aggiornamenti sul rispetto del esito refendario

Vi invitiamo a leggere su questi due link

Ministro Clini: Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha ragione
Il Ministro Clini scrive all'authority: fuori i profitti dalle tariffe dell'acqua

le ultime notizie dopo l'azione presso il Ministero dell'ambiente da parte  dei compagni del Forum Nazionale perchè siamo riusciti, attraverso un coraggio fenomenale, di strappare ancora terreno alla spescuzione, alla sottrazione di democrazia.
Non siamo antipolitica, non siamo solo sognatori, non potete far finta che non esistiamo i nostri corpi faranno sempre la differenza solo con la costruzione di un conflitto intelligente che subito costruisce democrazia.
Dobbiamo anche qui a Rimini cercare di portare i nodi della ripubblicizzazione del SII al pettine.



martedì 14 febbraio 2012

Integrazione Iren e A2A, no alla grande Multiutility del nord

COMUNICATO STAMPA



Leggiamo con preoccupazione il rapido delinearsi della grande Multiutility del nord, di cui l'integrazione di Iren e A2A, sponsorizzata da Fassino, Tabacci è il primo passo. 
Riteniamo che tale operazione non abbia come fine il miglioramento dei servizi ma che nasca unicamente per soddisfare esigenze di ordine finanziario.
Con la cessione alle logiche di mercato di servizi pubblici essenziali si va nettamente contro l'esito dei referendum di giugno, in cui la maggioranza assoluta dei cittadini si è espressa per gestioni pubbliche e partecipative.
Siamo fin troppo abituati a vedere situazioni simili, in cui, attraverso il falso mito dell'efficienza, aziende che gestivano servizi pubblici essenziali sono uscite totalmente dal controllo pubblico per mettersi nelle mani dei privati e delle logiche finanziarie. In questo modo i Comuni sono stati espropriati del loro ruolo di istituzioni di prossimità e i cittadini hanno perso qualsiasi strumento di controllo sui servizi.
Chiediamo agli amministratori interessati, in primo luogo a Pisapia, la cui elezione è stata il frutto di una straordinaria esperienza di partecipazione sociale, di prendere una netta posizione contraria a operazioni di consegna del patrimonio pubblico ai privati e alla finanza, prima dell'incontro pubblico di sabato 11 febbraio tra Fassino e Tabacci, che a Milano discuteranno di questo processo di aggregazione.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua si sta mobilitando a tutti i livelli per evitare qualsiasi operazione che vada contro l'esito referendario di giugno e riproponga, come accadrebbe con questa enorme operazione finanziaria, la mercificazione di un bene comune essenziale e l’espropriazione della democrazia.

Roma, 9 febbraio 2011

domenica 29 gennaio 2012

Napoli - Forum Rete dei Comuni per i Beni Comuni. Note sulla giornata


Circa 2000 partecipanti dopo l'apertura con gli interventi di Norma Rangeri e Alberto Lucarelli, hanno discusso nei 4 gruppi di lavoro.
Assemblea conclusiva al Teatro Politeama in cui dopo le relazioni si sono svolti gli interventi di Antonio De Luca, operaio dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco iscritto alla Fiom, Massimo Zedda sindaco di Cagliari, Nichi Vendola presidente Regione Puglia, Michele Emiliano sindaco di Bari e Luigi De Magistris sindaco di Napoli.
In tutta la giornata in più occasione è stata ribadita la solidarietà al movimento No Tav contro gli arresti avvenuti i giorni scorsi.

mercoledì 25 gennaio 2012

Rimini - Presentazione del libro "Come abbbiamo vinto il referendum" con Marco Bersani

MERCOLEDI' 25 GENNAIO 2012
presso i locali della Casa della Pace - Via Tonini, 5 - Rimini
ore 21.00
Con la presenza dell'autore del libro "Come abbiamo vinto il referendum" Marco Bersani, proveremo ad approfondire e ripercorre le tappe più importanti della storia del Forum dei Movimenti dell'Acqua in Italia e nel mondo, con particolare attenzione agli ultimi avvenimenti.
Espressamente Marco, dedica questo libro a tutte le attiviste e gli attivisti che in tutti questi anni hanno saputo aprire, con il linguaggio dei beni comuni, nuovi spazi pubblici di discussione e scrivere un manifesto per un'altra politica che va già oltre il risultato referendario e ci coninvolge, allo stesso tempo, nella costruzione di forme sociali altre, in cui non sia il mercato a dettare le regole.

martedì 17 gennaio 2012

APPELLO GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!

Logo_ForumIl 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.
Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.

Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.