dal Corriere della sera
Da quando la capitale francese è passata a una gestione totalmente
pubblica della rete idrica la bolletta dell'acqua si è abbassata dell'8%
e sono stati risparmiati 35 milioni di euro l'anno - Piero Riccardi, Ernesto Pagano
Passare a una gestione totalmente pubblica dell'acqua conviene, lo dimostrano i conti di Eau de Paris,
che dal 1 gennaio 2010 ha rilevato dalle due multinazionali Veolià e
Suez la gestione della rete idrica di Parigi, risparmiando 35 milioni di
euro l’anno e abbassando dell’8 per cento la bolletta dell’acqua.
Eau de Paris è un ente di diritto pubblico presieduto da Anne Le Strat,
braccio destro del sindaco socialista Bertrand Delanoë che ha fatto
della ripubblicizzazione dell'acqua uno dei suoi cavalli di battaglia
nella campagna elettorale del 2008.
Per Le Strat la ricetta è semplice: risparmiare assumendo la gestione diretta di tutti i servizi, dalla
captazione fino alla fatturazione (mentre prima la stessa acqua poteva
cambiare anche dieci volte gestore prima di arrivare al rubinetto);
eliminare l'obbligo di remunerare gli azionisti, fattore tipico delle
società di diritto privato, in più godendo di vantaggi fiscali legati
agli enti pubblici.
Il successo di Eau de Paris fa riflettere sulla validità delle politiche di libero mercato legate
all'acqua. Un mercato che, secondo Le Strat, è libero solo di nome, ma
di fatto Parigi è stata per decenni «un esempio emblematico di finto
liberismo economico applicato all'acqua».
A partire dal 1985 (e per volontà
dell’allora sindaco Jacques Chirac) i due colossi Suez e Veolià si sono
infatti divisi la gestione della rete idrica parigina assumendo
il controllo, rispettivamente, della rive gauche e della rive droite.
«Gli utenti parigini – ha commentato Le Strat – si sono trovati di
fronte a una non scelta, mentre i gestori avevano una rendita garantita
da contratti di concessione di 20 – 25 anni spesso rinnovati senza
concorrenza».
D'altronde, come spiega Le Strat, un ente di diritto pubblico come Eau de Paris può andare incontro al libero mercato anche meglio di un gestore privato. I lavori di manutenzione o le opere di canalizzazione, ad esempio, vengono affidate da Eau de Paris
a ditte private tramite appalti pubblici, cosa che di fatto favorisce
la concorrenza e il risparmio. Veolià e Suez invece affidavano quasi
sempre questi lavori a delle società controllate, senza concorrenza e
con fatture più salate.
Il paradosso è che, mentre il comune di
Parigi mette da parte i due colossi mondiali dell’acqua per tornare alla
gestione pubblica, in Italia le stesse Suez e Veolià si dividono da Nord a Sud fette cospicue del mercato idrico del nostro Paese.
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