Solo silenzi, tutto tace perché una decisione è stata presa!
Quello che ci sentiamo di dire è che non è esistito nessun confronto, la decisione è stata presa in modo antidemocratico, come al solito nelle grigie stanze del Palazzo.
La scadenza del 30 Settembre che impegnava l’assemblea dei Sindaci della Provincia di Rimini in ATERSIR a decidere quale strumento utilizzare per la scelta dell’affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato, è arrivata. Tutto il nostro lavoro, quello del Comitato Acqua Bene Comune, dal 2011 ad oggi e finanche gli ordini del giorno fatti presentare in questi ultimi mesi non hanno sortito alcun passaggio ne in una Commissione, ne in un Consiglio D’ambito, per discutere su di un vero studio di fattibilità e sulle formule di gestione.
Ricordiamo che a Rimini il Consiglio Comunale ha deliberato il 18 Febbraio scorso, un ordine del giorno in cui si assumevano questi impegni:
“ 1) ad attivare un percorso partecipato che, oltre al Consiglio Comunale ed al Consiglio di Atersir, coinvolgesse anche i soggetti promotori del referendum acqua bene comune, così come previsto dallo Statuto del Comune di Rimini, per affrontare in maniera organica l'affidamento della gestione del servizio idrico integrato.
2) a predisporre un'analisi comparata costi/benefici tra le tre possibili opzioni, previste dalla normativa europea da sottoporre alla discussione politica sul tema ed aprire un confronto con tutti i soggetti interessati.
3) Al termine del percorso, il Consiglio Comunale conferirà, con proprio atto, mandato al Sindaco per rappresentare la volontà espressa in ambito ATERSIR".
Ci sono poi altri ordini del giorno dal contenuto simile, come quello di Coriano e Santarcangelo di Romagna, e impegni dei Consigli Comunali di Bellaria, Riccione e Misano, a decidere sull'affidamento del SII solo a fronte di uno studio di fattibilità serio e indipendente.
Nonostante ciò, non vi è stato alcun successivo passaggio nei Consigli Comunali per discutere sulle formule di gestione. Forse perché studi di fattibilità veri sulle 3 possibili forme di gestione del SII, che contengano le analisi costi/benefici e i piani industriali e finanziari per realizzarle, semplicemente NON CI SONO.
Abbiamo visto solo sventolare conti su quanto bisogna risarcire il gestore e su quanti soldi servono per una società pubblica, di cui non è ipotizzata ne una struttura o una sua formulazione, ne esiste alcun piano industriale ma in modo scorretto non si menzionato in un alcun modo che la tariffa dei contribuenti coprirebbe tutti i costi di una ripubblicizzazione.
Difronte alla realizzazione dell’avvio dei lavori per la sistemazione delle fogne a Rimini abbiamo attinto a 16 milioni di euro di finanziamento pubblico (Comune e Stato), il restante verrà messo da Hera e Romagna Acque ma tutto recuperato nelle tariffe delle bollette che già sono aumentate. In quest’operazione non troviamo in nessun passaggio la funzione di controllo del pubblico sul privato, ci vediamo solo il tentativo di una Spa di non ridurre in nessun modo l’utile fatturato sul ramo dell’idrico e diviso tra i soci privati.
Quello che si prospetta è l’attuazione della norma del tanto difeso Dl 133/2014 (lo Sblocca Italia) che impone il commissariamento dell'Ambito Locale da parte del Presidente della Regione, come riportato anche da IlSole24ore il 28/9 scorso: "il mancato affidamento al soggetto individuato come responsabile della gestione unitaria del servizio idrico integrato fa scattare l'intervento sostitutivo del presidente della regione, il quale esercita i poteri sostitutivi, comunicandolo al Ministero dell'ambiente e all'Aeeg (...) Il presidente della regione è tenuto anche a determinare le scadenze dei singoli adempimenti procedimentali e ad avviare entro 30 giorni le procedure di affidamento".
Ad oggi non essendoci stato l'affidamento del SII da parte del Consiglio d'Ambito della provincia di Rimini, come stabilito dalla norma, dovrà esercitare i poteri sostitutivi il Presidente della Regione, che crediamo ci tenga ad applicarlo così come ha fatto negando il Referendum per l'abrogazione parziale dell'articolo 38 del medesimo decreto.
Passati questi 30 gg senza scelte la palla passerà al Governo con la nomina del commissario ad acta. Ma si sa in questo paese non si rispettano i referendum e quindi tanto meno le leggi.
I sindaci o quanto meno alcuni tra cui il Sindaco di Rimini hanno dichiarato di volere una gestione pubblica e ci si auspica conosca la differenza tra gestione e proprietà.
Il confronto è volutamente mancato con i cittadini e per questo chiediamo di prorogare la scelta e fare uno studio serio, come quello effettuato nella provincia di Reggio Emilia che restituisce senza mezzi termini la convenienza nell’internalizzare la gestione del SII da parte del Pubblico, dei Comuni.
Valuteremo impugnazioni della decisione del consiglio locale dal momento che i sindaci non hanno avuto alcun mandato e che al di là di quanto prevede la legge regionale che ha creato ATERSIR prevedendo il potere assoluto dei sindaci il TUEL e gli statuti comunali attribuiscono questa specifica funzione ai propri consigli.
La volontà politica è chiara, il volta faccia dei sindaci è ora palese, svendendo la proficua gestione dell'oro blu al miglior offerente. Ma di questo risponderanno!